BAND: Within Temptation
ALBUM: Bleed Out
ETICHETTA: Force Music Recordings/Bertus
ANNO: 2023
GENERE: Symphonic/Modern Metal

Una cosa mi è chiara già dal primo ascolto di questo album: i Within Temptation sanno cosa vogliono dire e come vogliono dirlo, senza influenze esterne a decidere quale debba essere la loro direzione musicale. “Bleed Out” ha una sua forza e serve un ascolto distante dai primi album, lasciando da parte i preconcetti sulla modernità nel metal, perché qui di modernità ne abbiamo tanta. A differenza di precedenti lavori, che hanno diviso la critica, quest’ultimo album risulta meno sperimentale e più bilanciato, ritrovando la delicatezza dell’antico splendore symphonic, unito alla forza di elementi di nuova generazione come i riff djent e metalcore.

Non ci sono intro, la partenza è una botta unica con We Go to War, che trova il suo tema nell’attuale conflitto russo-ucraino . Come spiegato dalla band, questa guerra li ha toccati in modo particolare e hanno deciso di concentrare parte del full-length su questo e altri temi affini come la ribellione iraniana dopo l’uccisione di Mahsa Aminisu, raccontata nella title track Bleed Out. Chitarre granitiche e un tappeto elettronico ci trasportano di nuovo in ucraina con Wireless, dove a dare respiro sono solo le melodie dei ritornelli, dove la voce trova tutto il suo spazio e non ha paura di sfruttarlo a pieno.

Più si continua con ‘Bleed Out‘, più ci si accorge di come i Within Temptation abbiano ancora tanto da dire in questa scena musicale. Rituals e Cyanide Love sono l’esatto esempio di come siano in grado di avvicinarsi alla modernità attuale, pur mantenendo fisse le loro origini, unendo chitarre a tratti djent con le melodie e i colori tipici del symphonic con cui tutti li abbiamo conosciuti. Delicate parti parlate che sembrano uscire dall’oltretomba si uniscono da break-down potenti e misurati, per un brano a modo suo divertente. The Purge e Don’t Pray For Me sono un balsamo per l’anima di chi ama la vecchia scuola dei generi melodici, e in particolare nel secondo brano troviamo una Sharon in piena forma, che ci regala un ritornello potente e catchy, da cantare a squarciagola in macchina. Shed My Skin, invece, ci regala uno di quei duetti spettacolari a cui i Within ci hanno abituato negli anni, stavolta con la partecipazione di Christoph Wieczorek, cantante della band post-hardcore tedesca Annisoka. Ci avviamo in chiusura dell’album con due brani che stanno quasi ai poli opposti del caleidoscopio che è “Bleed Out“: Unbroken ed Entertain You. Il primo un brano struggente, drammatico, teatrale, quasi un grido di dolore. Il secondo, invece, torna sulla falsa riga dell’alternative e diventa, invece, un brano di riscatto e che chiude l’album con un testo positivo, che sembra quasi un abbraccio verso chiunque pensi di non essere mai abbastanza.

Non solo un album costruito nel rispetto dei temi forti proposti, ma soprattutto un album che offre un viaggio tra gli alti e i bassi della vita, focalizzandosi sia sulla negatività che sulla positività degli eventi che costellano la nostra esistenza. Forse a qualcuno sarebbe piaciuto di più un altro album basato sul Signore degli Anelli o su altri temi fantasy, ma a noi vanno benissimo anche questi Within Temptation maturi, moderni, con una produzione limpida e un’ampia tavolozza di colori da cui attingere.

VOTO: 7.5/10

Tracklist

1. We Go to War
2. Bleed Out
3. Wireless
4. Worth Dying For
5. Ritual
6. Cyanide Love
7. The Purge
8. Don’t Pray for Me
9. Shed My Skin (feat. Annisokay)
10. Unbroken
11. Entertain You

Lineup

Sharon den Adel – lead vocals
Ruud Jolie – lead guitar
Stefan Helleblad – rhythm guitar
Jeroen van Veen – bass
Martijn Spierenburg – keyboards
Mike Coolen – drums

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