Comunicato stampa 3nation

I Trivax, artisti del Death Magick orientale, hanno presentato il primo singolo e il video musicale in vista dell’uscita del loro secondo full-length, “Eloah Burns Out“.

Ezraeel (عزرائیل) o anche comunemente conosciuto come “Azrael”, è riconosciuto come l’angelo della Morte in tutte le fedi abramitiche. Questo è un tributo al vero maestro della Morte, che abbraccia tutti i suoi terrificanti, ma magnifici attributi. La scena della flagellazione è un’inversione delle cerimonie di Tasu’a e Ashura nel mondo islamico sciita, che si svolgono in segno di lutto per il terzo discendente del profeta Mohammad, l’Imam Hussein. La cerimonia di flagellazione in questo pezzo visivo non è un lutto, ma piuttosto una celebrazione della vera bellezza della Morte e di ciò che essa vede attraverso atti intenzionali di sofferenza. La parte introduttiva della canzone è registrata con un Saaz acustico, un antico strumento tradizionale mediorientale, spesso usato nella musica folk locale. Poiché la band abbraccia le sue radici tradizionali, è stato inevitabile per noi incorporare il suono della nostra patria nella nostra arte. Nello stesso modo in cui, negli anni ’90, Quorthon dei Bathory avrebbe iniziato a usare le proprie radici vichinghe per ribellarsi al cristianesimo, noi stiamo facendo lo stesso abbracciando le nostre radici pre-islamiche. Naturalmente, questo non avviene in assenza di quella meravigliosa contorsione nota come Black Metal.

Trivax

Eloah Burns Out” uscirà il 29 settembre 2023 tramite la casa editrice ed etichetta discografica britannica Cult Never Dies. L’album sarà disponibile nei formati CD, LP 12″, cassetta e digitale e può essere preordinato tramite il webstore dell’etichetta.

Con una durata di poco inferiore ai 50 minuti, è un concept album che racconta la storia della Morte, osservata e vissuta attraverso varie testimonianze. “Azrael” è un’esaltazione dell’Angelo della Morte all’interno della teologia/religione mediorientale, mentre “Alpha Predator” racconta la prospettiva di un assassino. “Twilight of Death” mostra la visione dell’io/individuo morente e l’estasi che ne deriva, mentre il brano finale, “در آخر دنیا“, che si traduce in “At the End of the World“, è essenzialmente la morte del Creatore – che porta alla fine del cosmo.

Il climax finale dell’album dipinge l’immagine della morte di Dio, che è in allineamento metafisico con l’implosione del sole su se stesso, causando così la fine di tutta la vita nel nostro sistema solare.

I testi dell’opera finale “در آخر دنیا” sono stati scritti nella lingua nativa di Shayan, il farsi, che appartiene alla Persia (Iran) da cui provengono molti dei più grandi poeti della storia, come Hafez, Rumi e Khayyam per citarne alcuni.

Altre canzoni come “Against All Opposition” e il duo “Silent Contemplation” seguito da “The Serpent’s Gaze” sono di rabbia e ribellione. Il loro nemico comune è quello dell’oppressione e delle limitazioni, mentre il loro obiettivo è la totale libertà e liberazione.

Formati dal chitarrista e cantante Shayan, i Trivax sono nati alla fine degli anni Duemila in un luogo forse inaspettato come l’Iran, un Paese le cui leggi sulla musica – e in particolare sul black metal – hanno portato a punizioni, imprigionamenti e persino alla morte. Trasferitosi nel Regno Unito, Shayan trovò un alleato dalla mentalità simile nel bassista Sully, che aveva analogamente lasciato la Siria a causa del rischio di incarcerazione per le sue associazioni metal. A completare questo power trio c’era il talentuoso britannico M. Croton, un batterista con molti anni di esperienza alle spalle.

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