È un martedì sera piuttosto uggioso quello che ci accoglie al Parco della Musica, nel cuore del quartiere universitario di Padova. Qualche goccia di pioggia cade ancora, ma la (breve) fila ai cancelli del Parco non si lascia intimorire. Fila ‘breve’ solo perché una buona parte del pubblico in attesa è già all’interno del Parco, ignari del fatto che verranno scortati all’uscita prima dell’apertura dei cancelli. Se vogliamo trovare un difetto organizzativo purtroppo comune di questa location, è proprio questo: essendo un parco pubblico, non possono vietare alle persone di entrare, ma chi pensava di potersi già accaparrare l’agognata transenna, avrà una bruttissima sorpresa.

Le porte si aprono in perfetto orario, la fila scorre veloce ed entriamo nella splendida location del Parco della Musica, dove non mancano punti di ristoro e banchi del merch. Il palco è già pronto per i californiani Hollywood Undead, che presentano una scenografia molto essenziale: palme sparse e un pezzo di cartone con scritto “Hotel Kalifornia” (titolo dell’ultimo album) attaccato al synth. Alle 20.15 spaccate, si parte!

HOLLYWOOD UNDEAD

Sono onesta, non li conoscevo e non avevo la più pallida idea di cosa mi sarei trovata davanti. Per quanto il pubblico sia ancora un po’ scarno, nel giro di poco diventa chiaro come tutti i presenti siano su di giri per questo quintetto statunitense che non risparmia colpi e dimostra non solo di divertirsi sul palco, ma di apprezzare anche il calore della platea.

Si parte con ‘Chaos‘, dal nuovo album ‘Hotel Kalifornia‘, che setta da subito il mood che ci accompagnerà fino alla fine dell’esibizione. Si continua con ‘California Dreaming‘, che scioglie il poco ghiaccio rimasto tra il pubblico e infiamma gli animi pronti a far festa. Si continua con ‘Riot‘, la prima che davvero inizia a far saltare la platea, e ‘World War Me‘, sempre dal nuovo album. In ‘Comin’ In Hot‘ la band lancia un appello al pubblico e fa salire un ragazzo per suonare la chitarra per l’intera durata del brano. Kudos al ragazzo, che nonostante l’emozione, se l’è cavata alla grande!

La scaletta prosegue rapida, senza perdersi troppo in fronzoli, e continua con ‘Another Way Out‘, anticipata dalle parole di ‘Du Hast‘ dei Rammstein, che verrà poi ripresa in un infuocato mash-up con ‘Enter Sandman‘ dei Metallica. Ormai l’intero pubblico è conquistato e anche chi, come me, era un po’ guardingo verso una band che in Italia passa ben poco, si ritrova a saltare e a cantare i ritornelli super-catchy che restano piantati nel cervello da subito. Si continua con ‘Bullet’ e ‘Here Me Now‘, unico brano che lascia un po’ di respiro agli astanti. Si continua il viaggio con ‘Dead Bite‘, ‘Day of the Dead‘ e ‘Whatever it Takes‘, arrivando così al pezzo più caciarone della band, ormai diventato virale anche su TikTok: si tratta di ‘Everywhere I Go‘, durante il quale vengono lanciati dei palloni da spiaggia al pubblico (che continuerà a lanciarli anche durante i Papa Roach). Il quintetto di Los Angeles chiude l’ora abbondante di show con ‘Undead’, mi auguro con la consapevolezza di aver regalato una performance difficile da ignorare. I sorrisi tra il pubblico sono tanti e siamo tutti prontissimi per i Papa Roach!

TRACKLIST

  1. Chaos
  2. California Dreaming
  3. Riot
  4. World War Me
  5. Comin’ In Hot
  6. War Child
  7. Another Way Out
  8. Enter Sandman/Du Hast mashup
  9. Bullet
  10. Here Me Now
  11. Dead Bite
  12. Day of the Dead
  13. Whatever it Takes
  14. Everywhere I Go
  15. Undead

PAPA ROACH

Un cambio palco di certo non rapido, ma dal ritmo serratissimo, che ha liberato lo spazio per i Papa Roach. L’unico motivo per cui sono volata a Padova dopo nove ore di lavoro sono proprio loro o la me sedicenne non me l’avrebbe mai perdonato.

Il Parco della Musica è ormai colmo e pronto ad accogliere la band californiana, che vi posso assicurare non si farà attendere troppo. Finito il cambio palco, in perfetto orario, Jacoby Shaddix e soci salgono sul palco, accolti da urla, applausi e un moshpit quasi immediato.

Si parte con ‘Kill the Noise‘, dal nuovo album ‘Ego Trip‘ e ne approfitto per specificare che la scaletta non è stata esclusiva della recente release, ma si è trattato di un perfetto bilanciamento tra brani storici e più recenti. Si continua, infatti, con ‘Getting Away With Murder‘, dritta dall’omonimo album del 2004. Si continua con ‘Help‘ e con la super combo ‘Blood Brothers/Dead Cell‘, che vanno ad anticipare una ‘Broken Home‘ introdotta dalla storica ‘Lose Yourself‘ di Eminem, momento assolutamente catartico per i fan più datati.

È tempo di saltare tutti insieme con la cover di ‘Firestarter‘ dei The Prodigy, accompagnata da ‘…To Be Loved‘, anch’essa unita ad un piccolo snippet di ‘Blizkrieg Bop‘ dei Ramones. La jam strumentale di ‘Lullaby‘ dei The Cure apre le porte a ‘Scars‘, cantata a squarciagola dal pubblico. In tutto questo, ciò che salta all’occhio è il costante contatto con l’audience. Jacoby non si risparmia, continuando a lanciarsi verso la prima fila (con grande gioia della security), godendosi calore e abbracci del pubblico italiano che non si tira indietro. Vengono chiamati moshpit, circle pit e persino un wall of death, a ricordare che anche nell’Alternative rimangono le vecchie e gloriose tradizioni dei concerti metal.

Si continua con la sentimentale ‘Forever‘ e si torna all’ultimo ‘Ego Trip‘ con ‘No Apologies‘, immediatamente seguita dalla cover di ‘Still D.R.E.’, utilizzata come spazio per presentare la band (cosa che le grandi band ormai non fanno più, ma viva il giro di applausi per tutti!). Tornano sul palco parte degli Hollywood Undead per ‘Swerve‘ e la sensazione è davvero quella di vedere un gruppo di amici divertirsi sul palco, cosa che viene sottolineata anche da Jacoby, che esprime più volte il suo apprezzamento per i compagni di tour. I Papa Roach si stanno avviando verso la fine. con ‘Ego Trip‘, seguita dai capolavori ‘Between Angels and Insects‘ (se ve lo state chiedendo no, il cuore della me sedicenne non ha retto) e ‘Born From Greatness‘.

Sappiamo tutti cosa sta per arrivare. I cellulari sono pronti, le anime sono pronte, le ugole sono pronte a urlare. Momento di buio totale, pochi secondi di silenzio e ‘Last Resort‘ irrompe inesorabile sul pubblico del Parco della Musica che ne vorrebbe ancora e ancora, dopo un’ora e passa di concerto ancora non ne abbiamo abbastanza. Si canta, si urla, si poga, si fanno gli ultimi minuti di casino.

Le luci si spengono, il parco si svuota, anche se la vita notturna di Padova ancora continua. Papa Roach e Hollywood Undead ci hanno regalato un viaggio, un party durato due ore, facendoci scordare per un po’ i pensieri della vita e ricordandoci perché band così resistono ancora dopo oltre due decenni. Grazie Papa Roach e Hollywood Undead, per una serata che non dimenticheremo facilmente.

TRACKLIST

  1. Kill the Noise
  2. Getting Away With Murder
  3. Help
  4. Blood Brothers/Dead Cell
  5. Broken Home
  6. Firestarter
  7. …To Be Loved
  8. Scars
  9. Forever
  10. No Apologies
  11. Swerve
  12. Ego Trip
  13. Between Angels and Insects
  14. Born from Greatness
  15. Last Resort

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