SUOTANA

Poco dopo esserci salutati nel backstage, ecco i Suotana salire sul palco introdotti dalla bella intro strumentale Lake Ounas, dal loro ultimo lavoro Ounas I. Anche nel look i nostri incarnano perfettamente lo spirito battagliero nordico con costumi che rimandano agli antichi abitanti delle lande artiche.
Through the Mammoth Valley è la degna prosecuzione dell’intro, un’intensa cavalcata con la quale i Suotana entrano subito in sintonia con il pubblico e ci riportano indietro nel tempo, tra quelle terre coperte di ghiaccio, una volta popolate dai mammut e da cacciatori in lotta per la sopravvivenza.
Rispetto al disco, si sentono molto le tastiere e poco la voce, una scelta al mixer forse un po’ infelice e che, a mio avviso, penalizza i lapponi. In ogni caso, proprio le tastiere scatenano l’inferno di The Ancient, un pezzo destinato a far salire la temperatura tra il pubblico con buona pace dei ghiacci invernali.
La solenne Into the Ice – per restare in tema – da Land of the Ending Time, mette in evidenza un lavoro d’assieme molto curato, vera carta vincente dei Suotana. Anche Embrace, un pezzo in cui sono molto forti le influenze folk in uno stile che ricorda proprio i Finntroll, non abbassa di un millimetro l’asticella e
prelude a quello che sarà il pezzo più coinvolgente dello show, quella River Ounas introdotta magnificamente da Tuomo e la cui parola d’ordine, ‘Ounas’ appunto, si stampa a fuoco vivo tra gli astanti.
La band si congeda salutando in italiano, non prima di aver scattato l’ormai rituale e immancabile foto social da tramandare ai posteri. Molto bravi.

SETLIST

Lake Ounas (Intro)
Through the Mammoth Valley
The Ancient
Into the Ice
Embrace
River Ounas

METSATÖLL

Smontato il palco, ecco gli estoni Metsatöll dei due fuoriclasse Markus ‘Rabapagan’ e Varulven, quest’ultimo polistrumentista dall’impressionante armamentario e un bagaglio tecnico e una voce da basso davvero fuori dal comune. L’inizio scaletta si rifà all’album Katk Kutsariks del 2019, con la serrata title track che c’introduce allo sfaccettato mondo sonoro di questi audaci esploratori. Küü ne è il perfetto
esempio: metal e folk si fondono in un tutt’uno, tra soluzioni vocali intricate e la zampogna di Varulven che si prende la scena. Kivine Maa, da Ulg, è abbastanza semplice ma nel contempo molto coinvolgente mentre la cadenzata See On See Maa vede le voci di Varulven e Rabapagan intrecciarsi ancora una volta per dar corpo a un altro pezzo di grande effetto. La presa sul pubblico tende a rimanere salda
anche con Vimm, tra i brani più conosciuti degli estoni, scandita dal bel basso a martello di KuriRaivo ed in cui l’innata capacità dei Metsatöll di elaborare trame semplici ed efficaci
trova ulteriore conferma. In tale turbinio di soluzioni, Tõrrede kõhtudes, da Karjajuht del 2014, e la più recente Kurjajuur, sono due danze indiavolate ma è con Ebavere, sempre da Katk Kutsariks,
che la contagiosa atmosfera festaiola si fa travolgente e senza freni. E’ il momento di tirare un pò il fiato e non c’é niente di meglio che la romantica Ballaad Punastest Paeltest, introdotta in un perfetto italiano da Varulven, per calare un pò i giri: si racconta una storia semplice ma destinata a ripetersi dalla notte dei tempi all’infinito e cioé dell’incantesimo amoroso della donna sull’uomo. Ballata atipica, suonata e cantata con grande maestria dai nostri. Ci si avvia verso la conclusione ed ecco il rock di Metsaviha 2 con i suoi particolarissimi esperimenti vocali e la potente Külmking, tasselli finali che suggellano un concerto applauditissimo e consacrano questa band di esuberanti cantastorie estoni davanti a un pubblico italiano solitamente poco avvezzo a questo tipo di sonorità e sperimentazioni.

SETLIST

Toona
Katk Kutsariks
Küü
Kivine maa
See on see maa
Vimm
Saaremaa vägimees
Tõrrede kõhtudes
Kurjajuur
Ebavere
Ballaad Punastest Paeltest
Metsaviha 2
Külmking

FINTROLL

Salutati calorosamente i Metsatöll, eccoci agli headliner Finntroll, sempre ben accolti dal pubblico nostrano: orecchie da elfi e look fiabesco, i finlandesi iniziano a pestare come sanno con un Vreth
sugli scudi e il resto della band che occupa il palco in lungo e largo con navigata spavalderia. Människopesten e Solsagan aprono le danze, con un pubblico partecipe e numeroso, bisogna dirlo,
come raramente abbiamo visto al Legend negli ultimi tempi. La cadenzata Ylaren cala i giri ma non la tensione mentre su Nedgång emerge in modo fantastico il lavoro del chitarrista Skrylmer, capace di tenere il palco con una naturalezza davvero invidiabile. Dietro la sua guerresca postazione microfonica, Vreth continua a mitragliare e a coinvolgere il pubblico senza un attimo di tregua e lo fa anche con la preziosa Blodsvept, per un concerto fin qui scanzonato e divertente. Non mancano gli scambi di battute, alcuni anche surreali, tra pubblico e una band che ha tra i suoi punti di forza questa straordinaria capacità d’interazione. Att Döda Med En Sten colpisce duro, un’altra bordata di quelle che lasciano il segno, mentre la curiosa Slaget vid blodsälv, dall’album Jaktens tid del 2001, e la più recente Forsen allentano sì la tensione ma solo per meglio prepararsi all’assalto finale. Preso atto che il bassista Tundra ha ormai perso le orecchie da elfo, ecco Trollhammaren, una sorta di ballata folk in salsa metal, che ha la giusta carica per far saltare in aria tutti quanti. Ma è con il loro cavallo di battaglia, Nattfödd, che il concerto probabilmente raggiunge il suo climax, un pezzo talmente ben scritto che prende e trascina tutti in maniera incredibile. Tanto di cappello ai Finntroll, fin qui una perfetta macchina da guerra per un concerto spettacolare. Ci si avvia alla conclusione con Ormfolk e Skogsdotter, il cui riff di chitarra sbriciola le residue forze a disposizione. Under bergets Rot e Midvinterdraken, della quale apprezziamo il perfetto lavoro dietro le pelli di Heikki Saari, chiudono in maniera esemplare un concerto che ha saputo infiammare, divertire e coinvolgere senza il minimo calo di tensione. Meritatissimo il tributo di applausi, con la band finlandese che ringrazia di cuore il pubblico milanese. Alla prossima, ragazzi.

SETLIST

Människopesten
Solsagan
Ylaren
Nedgång
Blodsvept
Att Döda Med En Sten
Slaget vid blodsälv
Forsen
Trollhammaren
Nattfödd
Ormfolk
Skogsdotter
Under bergets Rot
Midvinterdraken

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