Una calda serata aspetta i blackster che si sono dati appuntamento allo Slaughter e per diversi motivi: cinque band – dovevano essere sei – che promettono fuoco e fiamme; le prime avvisaglie d’estate si fanno sentire anche a Milano con il sole che picchia forte; dentro, a causa un problema all’impianto di ventilazione, la temperatura si alza in maniera esponenziale.

VOX INFERI

I romani Vox Inferi sono i primi a calcare il palco: look inquietante, scenografia semplice ma di grande impatto con una collezione di bamboline horror sparpagliate sulle assi, una serie di pezzi in scaletta che hanno l’energia e il furore per dare una bella botta al pubblico. Le iniziali Snuffdolls e Putresentient hanno un grado di malvagia perversità che tocca livelli piuttosto alti e sono un buon biglietto da visita per un concerto che nel complesso scorre via bene piuttosto bene. Bravo il cadaverico frontman Maurizio Buccella, il cui screaming ossessivo marchia nel profondo tutti i brani, in particolare la misantropica Yet to Come e la rantolante Infesto, ottimo esempio di black metal atmosferico cantato in italiano. Merge to Come, dedicata al vecchio vocalist e paroliere scomparso di recente, e Voladores chiudono una prestazione che possiamo considerare in generale molto positiva.

SETLIST

Intro
Snuffdolls
Putresentient
R.E.M.S.
Amebas

Yet To Come
Infesto

Merge Of Skins
Voladores

STORMCROW

Saltati i XXII Arcana per un incidente automobilistico che ha coinvolto la band per fortuna senza gravi conseguenze, è il turno degli Stormcrow che si presentano sul palco con Luciana Catananti alla voce – vocalist dei Mechanical God Creation – ingaggiata per la serata per i problemi di salute di Vastis, che sarà comunque della partita. Bisogna dire che Luciana si cala bene nella parte e mostra tutta la sua classe in Dark Existence – uno dei brani estratti dall’ultima fatica degli Stormcrow, Path to Ascension. Il lavoro potente e pulitissimo del batterista Wraith consente alla band di sprigionare tutta l’energia necessaria, un lavoro che si apprezza in particolare in Ascension, una colata lavica che si abbatte inesorabile sugli spettatori. Ecco che negli ultimi pezzi in scaletta, Vastis irrompe sul palco per duettare con Luciana e concludere con In This Solitude, Detached e Petit Tru uno show dalla carica drammatica dirompente.

SETLIST

Intro – Vertical Horizon
Dark Existence
Vulgus Vult Decipi
Ascension
Astral Deconstruction
In This Solitude
Detached
Petit Dru

KURGAAL

Cambio di palco ed è il turno dei Kurgaall, combo piemontese capitanato dall’imponente vocalist Lord Astaroth. Anche qui scaletta bella tosta, con un sussulto a metà concerto regalato dall’intro di Raining Blood degli Slayer, ma che nei fatti spazia in lungo e largo intorno a una discografia ormai quindicennale. War of Satan spariglia subito le carte in tavola con quel drumming veloce, riffing tagliente e screaming selvaggio che sono il marchio di fabbrica di questi satanassi nostrani. Lucifer Will Reign Again si distingue per degli ottimi cambi di tempo mentre Satanization per il gran lavoro delle chitarre e un mood che sconfina quasi nel depressive. Band solida che negli ultimi brani si concentra sull’ultimo lavoro Ordo Sancti Daemoni con tre pezzi, Ierofania Diabolica, Ancient Serpent, The Grand Design Of Pazuzu
dalle trame piuttosto intricate e che ha ben impressionato per compatezza. Davvero bravi.

SETLIST

War Of Satan
Lucifer Will Reign Again
Satanization
Intro Reign In Blood (Slayer) – Ordo Sancti Daemoni
Le Secret De Satan
Invocation Of The Black Soul
Ierofania Diabolica
Ancient Serpent
The Grand Design Of Pazuzu

OSCULUM INFAME

I francesi Osculum Infame si presentano sul palco quando l’atmosfera è ormai torrida con il cantante Deviant Von Blakk infagottato in un saio che emana calore solo a guardarlo. Per fortuna sul palco la ventilazione deve funzionare davvero bene perché i nostri non mostrano alcun segno di sofferenza anzi quello che vediamo stampato sui loro volti è un ghigno infernale che puzza di zolfo lontano un miglio. Si comincia con Under The Sign Of The Beast e Dark Wickedness da Dor-Nu-Fauglith, sferragliate sinistre alle quali lo stile sguaiato di von Blakk riesce a conferire nel contempo una certa solennità mentre lo stile personale del batterista Malkira prende il sopravvento in pezzi articolati e pieni di stop and go come Let There Be Darkness e Asphyxiated Light. Il live degli Osculum Infame tocca il suo culmine con The Wishper Of The Witch, nella quale il rantolo quasi parlato di von Blakk sa di morte e putrefazione, e con la successiva, ossessiva e delirante, Vampiric Warmaster, una specie di marcia funebre senza ritorno . Ospite inatteso della serata, il primo cantante della band Vlad Drakul si divide la scena con von Blakk negli ultimi brani in scaletta. Un po’ curiosa la sua interpretazione del pezzo di chiusura Kein Entkommen che Vlad canta a squarciagola, leggendo il testo che non ricorda su un foglio stropicciato che poi lancia al pubblico. Alla prossima.

SETLIST

Under The Sign Of The Beast
Dark Wickedness
Let There Be Darkness
Asphyxiated Light
The Wishper Of The Witch
Vampiric Warmaster
Kaoist Serpentis
Kein Entkommen

SATANIC WARMASTER

Archiviati anche i francesi, eccoci agli headliner della serata, i finlandesi Satanic Warmaster del loro leader incontrastato Werwolf. Ormai ampiamente provati, dedichiamo le forze residue a seguire un live che promette moltissimo. Si parte bene con le atmosfere rarefatte di The Eye Of Satan, gli stacchi al fulmicotone di Bafomet, la cadenzata Beserk Death e la potente Duke’s Ride, tutti episodi tratti dal recente e apprezzato Aamongandr. La band ospite gira bene anche se tutta l’attenzione è perlopiù incentrata sul leader carismatico Werwolf al secolo Lauri Penttilä: attitudine, presenza e tanta sostanza come nella migliore tradizione finnica caratterizzano uno show che pezzo dopo pezzo si sta abbattendo sul pubblico come un rullo compressore. …Of the Night, Fimbulwinter’s Spell, Funeral Wolves ci portano indietro nel tempo ricongiungendosi idealmente con la produzione recente. È in particolare l’accoppiata Fimbulwinter’s Spell/Funeral Wolves che spazza via tutto quello che si trova davanti e prepara il terreno a Vampires, altro must contenuto nell’album Nachzehrer e nel quale, come in uno strato di pece bollente, affiora in superficie tutto il genio malato di Werwolf. Pentagram & Wood, altra bordata di quelle che fanno male, precede l’epica Wolves Of Blood And Iron, simbolicamente pescata dal primo lavoro del 2001, andando a suggellare la storia di questo progetto infernale. Siamo all’epilogo: The Vampiric Tyrant chiude una serata che ci ha lasciato tutti sfiniti, accaldati, storditi ma pienamente appagati da questa notte tra i licantropi.

SETLIST

The Eye Of Satan
Bafomet
Beserk Death
Duke’s Ride
Of The Night
Fimbulwinter’s Spell
Funeral Wolves
Vampires
Pentagram & Wood
Wolves Of Blood And Iron
The Vampiric Tyrant

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