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Di scena stasera al Legend un nome storico del goth rock mondiale, quei Christian Death che – formatisi nell’ormai lontano 1979 – oggi, a distanza di 45 anni, preservano il loro culto nel binomio Kand/Maitri. Ovviamente per i puristi i Christian Death sono finiti con la dipartita di Rozz Williams, ma negli anni il lavoro di Valor Kand e Maitri ha saputo mantenere una direttrice artistica di valore e pur dissipando, e non poco, la carica autodistruttiva degli esordi, ha mantenuto viva l’attenzione sulla loro proposta, come dimostra la più che discreta affluenza di un pubblico, composto anche da giovanissimi.

EUCARISTIA

Ma andiamo con ordine. Infatti, i primi a calcare il palco sono gli Eucaristia, giovane band milanese di origini argentine, che danno vita a uno show piuttosto movimentato sia dal punto di vista musicale che interpretativo. La combinazione tra Cure, soprattutto nel timbro vocale del cantante/chitarrista Agustin Sureda, l’attitudine punk alla Ramones e un certo gusto negli arrangiamenti – vedi la loro reinterpretazione di un classico come Libertango di Astor Piazzolla – è energia pura per uno show
intenso e diretto, senza cali di tensione, che finisce per ben impressionare un po’ sotto tutti i punti di vista. Insomma, un terzetto che sa quello che vuole e lo fa con la giusta dose di intraprendenza, teatralità e preparazione tecnica. L’ascolto del loro EP – An Image of Sin – è superconsigliato, come quello di seguirli – se vi capita – in uno dei loro prossimi show.

SETLIST

Cold to Make Mistakes
Candles in My Doom Revived
Death of a Limmet
Libertango
Like a Sister
Myself in the Minor

PINDHAR

Dopo gli Eucaristia, è il turno dei Pindhar di Cecilia Miradoli e Max Tarenzi, sperimentatori di sonorità elettroniche trip hop e dark, in una combinazione di moog, chitarra e voce incastonati in un caldo tappeto ritmico. Al Legend presentano il loro recentissimo A Sparkle on the Dark Water, uscito a fine marzo per la Fruits de Mer Records. Le atmosfere dilatate e suadenti – che agli amanti di sonorità anni novanta avranno riportato alla memoria qua e là influenze di Portishead, Tricky e Goldfrapp – superano di slancio la prova live, avvolgendo il pubblico come un guanto di velluto. L’accoppiata Little Light e Humans è il momento migliore di un concerto che punta molto, riuscendovi, al coinvolgimento emotivo. Impeccabili dal punto di vista esecutivo, ai nostri manca forse quel qualcosa in più per far scoccare definitivamente la scintilla, ma siamo sulla buona strada. Band da tenere d’occhio.

SETLIST

Intro
In the Woods
Cold River
Little Light
Humans
Murderers of a Dying God

CHRISTIAN DEATH

E siamo così ai Christian Death. Stranamente – stranamente perché finora è andato tutto liscio dal punto di vista tecnico – l’impatto iniziale è un po’ problematico per via dei volumi troppo bassi della voce di Valor che, pur sgolandosi nella sua giacca dorata, non si sente proprio. E la parola ‘problematico’ tornerà qui e là nel live, viste le frecciatine e le battutine che ogni tanto si lanciano Valor e Maitri sul palco cosparso di rose e fiori marci. Che dopo tanti anni i rapporti tra i due non siano proprio idilliaci si percepisce all’esterno piuttosto chiaramente, ma nel contesto rock decadente che la band rappresenta ci può anche stare che i due se la mandino a dire senza troppo convenevoli, con personalità e tirando dritto ognuno per la propria strada.
In ogni caso, risolti i problemi iniziali che penalizzano non poco Evil Becomes Rules, Elegant Sleeping
e New Messiah, tratti dall’ultimo album Evil Becomes Rules del 2022, la serata scorre via senza ulteriori grandi intoppi. Anzi, le track pescate da da The Root of All Evilution, We Have Become
ma soprattutto Forgiven, con il suo incedere deathrock malinconico e potente allo stesso tempo, riscattano abbondantemente l’avvio stentato e alzano notevolmente il tiro.
La classica The Drowning, cantata da Maitri, ci riporta a quelle pesanti atmosfere dark, marchio di fabbrica dei Christian Death primordiali, che li avevano meritatamente consacrati tra i cultori del genere, mentre la più recente The Warning si lascia ascoltare e guardare per le suggestive immagini proiettate in sottofondo sullo schermo incarnato da un logoro quanto funzionale telo bianco .
Rise and Shine e Abraxas We Are sono due pezzi interlocutori, con il secondo che si fa decisamente preferire al primo, e ci conducono dritti a Beautiful e a Blood Moon, due must della loro produzione recente. La parte finale è dedicata alla produzione storica della band, con capisaldi quali Romeo’s Distress, Face, Cavity e la malatissima This is Heresy, pezzo di apertura di quel Sex and Drugs and Jesus Christ, nei solchi del quale nel 1988 Valor Kand imprimeva a fuoco la sua visione mondo. Si chiude qui. Il pubblico di appassionati se ne torna a casa appagato da una band che tra alti e bassi merita ancora grande rispetto e della quale siamo curiosi di scoprire cosa ci riserverà per il futuro.

SETLIST

Evil Becomes Rule
Elegant Sleeping
New Messiah
We Have Become
Forgiven
The Drowning
The Warning
Rise and Shine
Abraxas We Are
Beautiful
Blood Moon

Romeo’s Distress
Face
Cavity
This is Heresy

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