Ci sono tanti gruppi e tante band che personalmente mi riempiono di orgoglio quando scopro che condivido con loro la stessa nazionalità, ma ancora di più se siamo della stessa provincia. Abbiamo fatto quattro chiacchere ad Isola Rock con Roberto, vocalist dei Crowdead e dei Miara, che ha condiviso con noi le sue ispirazioni e i suoi progetti futuri.

Buonasera, siamo qui con il vocalist dei Crowdead, Roberto Renoffio. Come stai? 

Roberto Renoffio: Tutto bene. Dai. Un po’ provato, un po’ stanco, ma tutto bene. 

Bene, allora l’esibizione vostra a Isola Rock è stata spettacolare per molti punti di vista e e quindi davvero complimenti. Come ci si sente il giorno dopo?

Roberto Renoffio: Guarda il giorno dopo è stato un risveglio con un cerchio alla testa devastante. Però dai, ne è valsa la pena, soprattutto per il fatto di aver suonato a casa mia, essendo io di Isola della Scala. Insomma, è stato un onore, quasi da lacrime. 

È stato da lacrime. Io posso confermare; ieri è stato particolarmente toccante la tua dedica e il tuo ringraziamento, ovviamente al tuo papà che ti ha iniziato un po’ verso la musica.

Roberto Renoffio: Più che mio papà, mio nonno musicista. Mio nonno suonava una roba di differente cioè la tromba. Però di di famiglia siamo comunque rilegati al mondo della musica da da sempre. Mio papà canta, suona il sax. Diciamo grazie a papà che mi ha dato la voce bella e quindi diciamo che siamo tutti rilegati lì.

La famiglia gioca un ruolo importante nella nelle ispirazioni e nella diciamo nel background artistico di ogni di ogni persona. Invece se dobbiamo parlare di artisti che ti hanno ispirato a livello musicale?

Roberto Renoffio: Allora a livello di artisti possiamo partire da livello base, quindi andiamo molto nell’underground della bassa veronese. Diciamo che è uno degli artisti con i quali ho iniziato a toccare le prime note di growl si chiamava John Gaucho ed era il cantante degli Inhale Your Hate, band hardcore di Verona. Invece a livello un po’ più alto arriviamo su Pantera, di cui sono particolarmente tanto fan, da avere un tatuaggio sulla mano e Lamb of God. E dopo ci spostiamo sulla fascia più metalcore. Quindi andiamo sui Bring Me The Horizon e Architects. 

Mi piace molto chiedere a agli artisti che secondo me meritano e hanno talento. Che consiglio si sentono di dare a chi invece muove i primi passi nella musica.

Roberto Renoffio: Crederci, non non mollare alle prime difficoltà, perché le prime difficoltà sono quelle che ti buttano giù. Ho avuto tante difficoltà nella mia chiamiamo la carriera e tra gente che ti dice “Ma cosa fai? Fai schifo.” E dopo la questa stessa gente è quella che viene ai miei concerti e e mi fa “Rob, complimenti, sei migliorato.” Non mollare mai. Come diceva mio nonno, appunto. Testa alta e denti stretti. Mai mollare.

Assolutamente. Qual è secondo te la caratteristica che ogni artista dovrebbe avere?

Roberto Renoffio: Una caratteristica è avere sempre il sorriso, ma perché è vero, sul palco devi fare il metallaro cattivo, ma quando scendi dal palco devi avere sempre il sorriso e avere sempre una parola sincera verso le altre persone. Perché sinceramente arrivare dopo un concerto e essere il musicista imbronciato da una parte non serve a niente. Siamo tutti sulla stessa barca nell’underground comunque. E se non ci diamo una mano fra di noi non ha neanche più senso. 

Secondo te ci sono al giorno d’oggi nel ventunesimo secolo, delle disparità ancora tra uomini e donne?

Roberto Renoffio: Sì, perché comunque la donna viene sempre vista come “Tu hai la band con la cantante donna allora tu suoni”. Per esempio a questa Isola Rock c’erano i Cavana che hanno suonato, cioè al di fuori che magari può essere una bella ragazza, ma è brava. Questa roba della disparità è una cosa che mi sta sempre sulle palle, perché come sono io anche le altre persone. Puoi essere uomo o donna. Puoi non avere una un’identità di genere, però se sei bravo, sei bravo. L’arte è una cosa, l’uomo, la donna, il genere è un’altra. A parere mio, sono scelte mie queste. Spero che siano scelte anche magari degli altri.

Cosa possiamo aspettarci dal resto del 2024 tra i Crowdead e i Miara?

Roberto Renoffio: Eh, sì, esatto. Perché comunque diciamo che c’è anche appunto questa novità da qualche mese che canto con questa band di Bologna che fa melodic death, ci chiamiamo Miara. Da parte dei Crowdead ci saranno delle grandi novità a livello anche di produzione. Stiamo registrando robe nuove. Ci saranno delle belle novità e soprattutto coi Miara ci sono delle grandi novità che speriamo vadano in porto. Aspettatevi il meglio, perché io non mi accontento.

Ti è mai capitato che qualcuno ti abbia fatto una domanda a cui non ti è piaciuto rispondere?

Roberto Renoffio: No, per adesso no. L’intervista finora più ignorante che posso dire di aver fatto l’ho fatta ieri sera con dei ragazzi. Hanno questa pagina di meme e la mia risposta a “Un saluto per la pagina” è stata proprio “A”. Perché comunque è una pagina di meme.

Volevo fare un piccolo gioco con te, se ti va. Devi portare su un’isola deserta con te tre cose oltre a cibo e acqua. Cosa porti? 

Roberto Renoffio: Porterei comunque qualcosa per riprodurre della musica, che sia un cellulare, che sia un mp3, perché senza musica non riesco a starci. E una fornitura a vita di birra. Porterei comunque la mia compagna che anche se se tante volte litighiamo, però gli voglio bene. 

Grazie del tempo che ci hai concesso per questa intervista! C’è qualcos’altro che vuoi aggiungere ai lettori?

Roberto Renoffio: Un saluto a Irene. Grazie, Benedetta per questa intervista. Ragazzi, non mollate. Non mollate la prima alla prima cagata. Non mollate. Cercate di andare a testa bassa lavorare e dare finchè si può. Perché in questo mondo se molli un attimo sei perso e basta.

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