Grande serata per gli appassionati del death europeo, con tre band provenienti dalle lande di Olanda e Belgio che calano sul Legend Club con le peggiori intenzioni. L’occasione di vedere Pestilence di Mameli – pur sia pure in formazione notevolmente rinnovata – i Bodyfarm e i Carnation è un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. E dev’essere una cosa che hanno pensato in tanti, vista la buona risposta del pubblico all’evento.

BODYFARM

Ad aprire le ostilità ci pensano i Bodyfarm, capitanati dal roccioso bassista/cantante Ralph de Boer, pochi convenevoli e molta sostanza. Un trittico iniziale che è un assalto all’arma bianca: Manhunt, Soul Damnation e Pervitin sconquassano gli astanti con i loro ritmi serrati, la doppia cassa
debordante di David Schermann, il lavoro efficace alle chitarre del duo Seegers/Hilhorst e l’animalesca potenza di de Boer. Presenza scenica essenziale ma efficace, i quattro pescano dai tre ultimi lavori – Dreadlord (2019), Ultimate Abomination (2023) e appunto Malicious Ecstasy, dall’EP appena rilasciato in questo primo scorcio del 2024 – per passare poi a Battle Breed (2015), dal quale eseguono Storming Revolution, una legnata sui denti che farebbe felice ogni dentista in cerca di lavoro. Retaliate, death trip allucinante che gioca sui contorti fraseggi alla chitarra di Seegers, rende bene l’idea dell’impatto bestiale
a cui i quattro ci stanno abituando e i giochi di luce intermittente ne amplificano anche visivamente il delirio sonico. Torment travolge tutto e tutti come un treno in corsa, scatenando un furioso pogo, ma è con The Swamp che l’esibizione dei Bodyfarm raggiunge il suo climax: atmosfere rarefatte e dilatate per un death doom devastante, di ottima fattura per impatto ed esecuzione. La prova senza scalfiture dei nostri prosegue con The Well of Decay, da The Coming Scourge (2013), Dreadlord, granitica title-track del loro lavoro del 2019, per poi chiudersi con The Dark Age, dall’ottimo tiro e resa live. Insomma, dalle poche righe scritte qui non ci vuole molto a capire che la band olandese ha decisamente convinto chi li conosceva già e si è decisamente rivelata a chi non aveva ancora avuto modo di apprezzarli. Ottimo gruppo.

BODYFARM – SETLIST

Manhunt
Soul Damnation
Pervitin
Storming Revolution
Retaliate
Torment
The Swamp
The Well of Decay
Dreadlord
The Dark Age

CARNATION

E veniamo un pò alla freddura della serata, quei Carnation i cui lavori in studio non hanno mai convinto pienamente, impressione che – ahimè – trova conferma anche dal vivo. Il combo belga parte forte con Herald of Demise, pezzo bello tirato ma che alla lunga gira un po’ a vuoto. Iron Discipline e Sepulcher of Alteration, da Where Death Lies, alzano il livello qualitativo ma anche qui, non so se per mancanza di empatia o altro, l’atmosfera stenta decisamente a decollare. Simon Duson è un cantante piuttosto dotato, ma si capisce fin da subito che, al di là del trucco spettrale, non è molto incline a coinvolgere il pubblico e i suoi compagni non sono da meno. Maruta e Cycle of Suffering, dall’ultimo Cursed Mortality, sono sferragliate di puro metallo, tuttavia decisamente monotone. La title track Cursed Mortality risolleva un pò le sorti, con il bel lavoro iniziale dei due chitarristi Vestrepen e Vervoort e uno sviluppo decisamente interessante ma suonano un pò come il classico fuoco di paglia. Ben presto, infatti, Metropolis e Necromancer ripiombano in un grigio anonimato. Non vorrei infierire troppo su questa band che – aldilà dei gusti personali – dimostra di essere professionale e coerente nella sua proposta musicale. Quello che
manca decisamente però e l’interazione con il pubblico che genera una situazione asettica, ben lontana dalla mia idea di metal. Fathomless Depths, dall’omonimo split datato 2019, chiude una performance rivedibile, specialmente se messa in correlazione con quella offerta dai loro compari olandesi, i Bodyfarm prima e i Pestilence dopo. Impantanati.

CARNATION – SETLIST

Herald of Demise
Iron Discipline
Sepulcher of Alteration
Maruta
Cycle of Suffering
Cursed Mortality
Metropolis
Necromancer
Fathomless Depths

PESTILENCE

Sarà per le origini italiane, sarà per la faccia tosta che lo contraddistingue ma l’entrata in scena di Mameli arriva come un toccasana. Basta infatti la sua presenza e i primi 10 secondi di Morbus Propagationem per rimettere tutto in carreggiata. Se è vero che la doppia cassa di Michiel van der Plicht resuscita anche i morti, tutto il gruppo si muove all’unisono con una perizia tecnica ed esecutiva da lasciare senza fiato.
The Process of Suffocation ci catapulta sul finire degli anni ottanta, a quel Consvming Impvlse degno erede di Malleus Malleficarum, con i quali il combo olandese si posizionò ben presto ai vertici della scena death europea. The Secrecies of Horror, dal valido Testimony of the Ancients del ’91, pezzo compositivamente piuttosto bizzarro, cattura l’attenzione per via della sua andatura sbilenca e si lega terribilmente bene alla successiva Deificus, pezzo da novanta nella produzione recente della band. Mameli si diverte un pò con l’italiano, bollando come ‘animali’ i pochi di buono che affollano il locale e che, senza farsi pregare, ricambiano di cuore. Anche la classica Chronic Infection si combina piuttosto bene con Prophetic Revelations e Resurrection Macabre, due pezzi dalla struttura piuttosto simile, una sorta di commistione riuscita tra death metal e acid rock. Qui ci scappa anche la menzione d’onore meritatissima per la new entry della band, il bassista Roel Käller, subentrato a Joost van der Graaf, che con le sue lunghe dita affusolate svolge un lavoro fantastico sul suo sei corde. Devouring Frenzy è un’altra perla psicotronica seguita dalla contorta e ipnotica Twisted Truth, altro pezzo capolavoro tratto da Testimony of the Ancients. Fin qui concerto che dire senza sbavature è limitativo. Il pubblico risponde sempre presente alle sollecitazioni di Mameli e quando viene travolto dalla gragnuola di Lost Souls e Dehydrated non può che esplodere in un pogo selvaggio alla si salvi chi può. Ci si avvia alla conclusione di un concerto spettacolare con il trittico finale formato dalla scarnificante Land of Tears, dalla truculenta Horror Detox e dalla definitiva Out of the Body. Mameli ringrazia, saluta e se ne va. E noi ringraziamo lui per essere ancora qui dopo quasi quarant’anni a farci vedere come si spaccano i culi.

PESTILENCE – SETLIST

Morbus Propagationem
The Process of Suffocation
The Secrecies of Horror
Deificus
Chronic Infection
Prophetic Revelations
Resurrection Macabre
Devouring Frenzy
Twisted Truth
Lost Souls
Dehydrated
Land of Tears
Horror Detox
Out of the Body

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