In un uggioso sabato dicembrino, va in scena allo Slaughter Club il Release Party con il quale i Genus Ordinis Dei presentano il loro ultimo lavoro The Beginning. La curiosità intorno ad una band che con il passare del tempo sta via via alzando l’asticella qualitativa del loro symphonyc death metal è notevole e il pubblico accorso, numeroso, coinvolto e partecipe, ne è la migliore testimonianza.
Non tradiscono le band di supporto – Huranova, Ordalia – con l’accento sulla i – e Loudblood chiamate a tenere alto il vessillo metallico per una serata che si rivelerà di tutto rispetto.
LOUDBLOOD
I primi a salire sul palco sono i Loudblood, quintetto milanese capitanato dalla biondissima Valentina Visintin, fautori di un alternative metal piuttosto classico, ma molto ben strutturato. Purtroppo Valentina, reduce da una brutta influenza, non è al meglio delle sue possibilità e pur battendosi stoicamente offre una performance visibilmente penalizzata dalle sue condizioni di salute. Ci saranno sicuramente altre occasioni, ma intanto il gruppo si porta a casa l’esperienza di aver calcato un palco prestigioso come quello dello Slaughter e di aver avuto la possibilità di presentare il loro singolo Out of Control in uscita il 15 dicembre. Lo ascolteremo.
ORDALIA
I brianzoli Ordalia – da non confondere con l’omonima band catanese – è un’altra band da tenere sotto controllo. Già forti di una buona esperienza live, tirano fuori dal cilindro – o dal cappello rosso per restare in tema con il vocalist – un’esibizione molto equilibrata, che piace sia per la resa live – alcuni pezzi come The Shield o Necropolis sono veramente di ottima fattura – sia per l’interpretazione che ne danno. Insomma, una band dalla forte personalità che non si accontenta di influenze metalcore alla Mastodon
ma sembra di avere le carte in regola per andare oltre. Ed anche piuttosto coraggiosa visto che sono ben due i pezzi inediti – e senza titolo! – in scaletta che la band esegue per testarne la resa live. Qua la mano, gente.
HURANOVA
I piacentini Huranova sprizzano energia da tutti i pori, un’energia che incamerano e proiettano verso il pubblico attraverso un colorato caleidoscopio di suoni e luci. Un quartetto decisamente ben assemblato dove tutti remano nella stessa direzione, senza perdersi in inutili convenevoli. Pregevole il lavoro della vocalist Carlotta Baroni che aggredisce e colora il tappeto sonoro tracciato dai compagni con tagli vocali di precisione chirurgica. Una vera dura, ma tutti mordono il palco con grinta e tenacia.
La recentissima Collision (Save Me) – qui allo Slaughter credo presentata dal vivo per la prima volta – è solo un’altra piccola perla di una produzione che anno dopo anno si sta impreziosendo sempre di più. Coinvolgente anche la cover Somebody Told Me dei Killers che il pubblico canta a squarciagola e chiude un concerto molto positivo, anche per i meno appassionati di alt-metal.
GENUS ORDINIS DEI
E dopo i canonici minuti di attesa per sgomberare il palco giunge finalmente l’ora degli headliner G.O.D. alias Genus Ordinis Dei: opening track del concerto, come su The Beginning, è Aeternus dove i ritmi tribali che contraddistinguono il nuovo lavoro danno fin da subito a Nick Cadregari la possibilità di coinvolgere il pubblico con i primi poderosi ‘Uuh Ahh’ e ai cannoni posti davanti al palco di sprigionare potenti vampe di fuoco. Senza un attimo di tregua, Torture‘ ed Edict dallo spettacolare Glare of Deliverance si abbattono
sul pubblico. I G.O.D. ci sono e la resa live è intatta pure in quei pezzi dove le caratteristiche architravi barocche, quegli impianti di archi e cori difficilmente riproducibili dal vivo se non attraverso basi preregistrate, sono preponderanti. Dopo la botta di Halls of Human Delights, Genesis – altro pezzo estratto da The Beginning che vede il suo debutto live – si dimostra efficace e coinvolgente. You Die in Roma, The Fall, Embracing the Earth ma soprattutto Cadence of War, con i suoi articolati fraseggi di chitarra, chiudono una prima parte di concerto – una prima parte che Cadregari nemmeno troppo enfaticamente definisce primo atto – che ha mostrato essenzialmente due cose: una band potente e trascinante; un corposo repertorio i cui pezzi, nonostante i temi trattati, sembrano incastonarsi alla perfezione l’uno con l’altro.
Il secondo atto, allora, comincia con Red Snake e Ghostwolf, due pezzi da novanta della produzione dei Genus. Cadregari getta via la giacca acrilicata mentre i tre compagni continuano a pestare come rulli compressori. Bisogna fare i complimenti ai tre complici di Niccolò – il chitarrista/producer Tommaso ‘Tommy’ Monticelli, il batterista Nicola Pedrali e il bassista Danilo ‘Dann’ Arisi perché, pur mantenendo apparentemente un profilo basso, quasi compassato – in realtà sono i veri motori di una macchina da guerra inesorabile, incessante e furiosa. Il growler cremasco ci mette il resto, dimostrando oltre alle indubbie capacità vocali, anche un’ottima presenza scenica. Changing Star, il primo singolo estratto da The Beginning e Blackstone, sempre dal nuovo album, confermano quanto di buono visto e sentito. Prima di avvicinarsi all’epilogo, con i tre pezzi conclusivi degli album The Middle, Glare of Deliverance e The Beginning e cioè rispettivamente Roots and Idols of Cement, Fire e The Fortress Without Gates, c’è tempo per invitare sul palco le due ragazze che molto hanno contribuito alla riuscita degli effetti speciali e al make-up dei video che stanno accompagnando il nuovo concept e che – se non l’avete ancora fatto – vi consiglio caldamente di andare a vedere: gli applausi per Valentina Radenti e Beatrice Tell sono tutti meritati.
L’outro di archi finale chiude un concerto poderoso. Una bella serata, non c’è che dire.
Setlist Loudblood
Brave Monsters
Deniers
Seduced
Lunar
Out of Control
Bring Ou
Setlist Ordalìa
The Shield
Black Chains
Splinters
Untitled New Track
The Gate
Necropolis
Untitled New Track
Setlist Huranova
Intro
Need
Shape
Collision (Save Me)
Out of Control
No Name
Loss of Me
Psycho-Lab
Reconnection
Somebody Told Me
Setlist Genus Ordinis Dei
Aeternus
Torture
Edict
Halls of Human Delights
Genesis
You Die in Roma
The Fall
Embracing the Earth
Cadence of War
Red Snake
Ghostwolf
Changing Star
Blackstone
Roots and Idols of Cement
Fire /The Fortress Without Gates
Outro