Comunicato stampa Neecee Agency
Nel 2021, mentre il mondo sembrava andare in fiamme a causa della pandemia COVID-19 e delle proteste globali scatenate dall’omicidio di George Floyd, la rockstar di Seattle Ayron Jones stava realizzando il suo sogno. È stato allora che la sua canzone “Mercy”, tratta dal suo disco d’esordio per un’etichetta major, “Child of the State”, ha raggiunto il primo posto della Billboard Rock Chart, consentendo a Jones di essere uno dei pochi artisti neri solisti a raggiungere questo traguardo. Il 23 giugno Jones ha pubblicato su Big Machine/John Varvatos Records/Universal il seguito di quell’LP, “Chronicles of The Kid”. Per questo motivo, è più felice che mai, soddisfatto di se stesso e sicuro della strada intrapresa. Ma qual è il prezzo di questa chiarezza? Questa domanda permea il suo secondo disco.
ASCOLTA CHRONICLES OF THE KID QUI: https://ayron.lnk.to/ChroniclesOfTheKidPR
“Per me, il mio ultimo album è stato il mio ritorno all’età adulta: una vita di storie quantificate in un album di dodici canzoni per far sì che il mondo mi conoscesse. Non sapevo quanto la mia vita sarebbe cambiata in così poco tempo“, spiega Jones. “‘Chronicles of The Kid’ è un album che parla di questi cambiamenti. Parla della ricerca della mia identità musicale, spirituale ed emotiva, mentre sono stato spinto in un nuovo ruolo nella mia vita. Come per tutta la mia musica, ho preso il mio cuore in mano e ho messo a nudo la mia anima per farla vedere al mondo. Non potrei essere più orgoglioso di questo album e, a mio parere, è il mio miglior lavoro ad oggi. E mentre mi trovo in cima a questo proverbiale precipizio, mi conforta sapere che non sono solo, perché c’è un mondo di persone che condividono le mie esperienze. Come me, si chiedono che cosa significhi essere umani. A loro, e ad altri come loro, dedico questo disco“.
E se le storie che volevi raccontare ferissero le persone intorno a te? Le racconteresti lo stesso? Per Jones, la risposta è sì. Sono le sue storie e la sua onestà è il carburante che accende il suo potente fuoco. Essere umani significa sporcarsi o, per dirla con le parole di Jones, “Filthy“. È la lotta per essere ciò che si è che è più importante. E, come canta Jones nel suo nuovo album, è qui per la corona: “The Title”.
Ricca di vulnerabilità, la canzone di punta di “Chronicles of The Kid”, altrettanto crudele e al tempo stesso redentrice, è “My America”. Scritta da Jones insieme a Blair Daly (Keith Urban, Kelly Clarkson), Marti Frederiksen (Ozzy Osbourne, Aerosmith), Zac Maloy (Black Stone Cherry, Daughtry) e Scott Stevens (Shinedown, Halestorm), l’inno senza peli sulla lingua fonde il meglio dei suoi collaboratori con versi dolorosamente crudi e un ritornello che è un balsamo per le ferite dell’America. How can this be my America / If I can’t breathe / In a world where they’re selling ya / The death of meJones canta in omaggio a George Floyd, prima di lanciarsi in un audace ritornello che getta uno sguardo onesto e speranzoso sulla sua patria.
Acclamato da American Songwriter come “uno dei più grandi nomi del genere“, Jones, che ha aperto per i Rolling Stones e condiviso il palco con gruppi come Guns N’ Roses e Public Enemy, è l’uomo che ha sempre voluto essere. Ha rinunciato a qualsiasi facciata per abbracciare la fantasia molto reale di ciò che significa essere se stesso. Potete ascoltare tutto questo in “Chronicles of The Kid”, disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Per maggiori informazioni: ayronjonesmusic.com.
Chronicles of The Kid tracklist
1. “Strawman” (Ayron Jones, Blair Daly, Marti Frederiksen, Zac Maloy, Scott Stevens)
2. “Blood In The Water” (Ayron Jones, Blair Daly, Marti Frederiksen, Zac Maloy, Scott Stevens)
3. “The Title” (Ayron Jones, Blair Daly, Marti Frederiksen, Zac Maloy, Scott Stevens)
4. “Otherside” (Ayron Jones, Marti Frederiksen, Scott Stevens)
5. “My America” (Ayron Jones, Blair Daly, Marti Frederiksen, Zac Maloy, Scott Stevens)
6. “Living For The Fall” (Ayron Jones, Gregory Fields)
7. “Filthy” (Ayron Jones, Marti Frederiksen, Scott Stevens)
8. “Get High” (Ayron Jones, Marti Frederiksen, Scott Stevens)
9. “The Sky Is Crying” (Ayron Jones, Marti Frederiksen, Scott Stevens)
10. “On Two Feet I Stand” (Ayron Jones)