BAND: Cadaveric Crematorium
ALBUM: Zombology
ANNO: 2023
GENERE: Death Metal / Grindcore
ETICHETTA: Punishment 18 Records
Una primavera all’insegna del pus strabordante da floridi bubboni zombeschi, sbocciati come fiori in verdi prati. Potremmo definire in questo modo sì soave e colorato il presente dei bresciani Cadaveric Crematorium, riemersi da una densa poltiglia di terriccio e liquami tossici che li ha tenuti imprigionati sotto terra per la bellezza di undici interminabili anni. Esattamente il lasso di tempo che separa il buon One of Them (2012) dal fresco / marcissimo Zombology, rilasciato lo scorso 28 Aprile via Punishment 18 Records.
Dopo un lungo silenzio, dunque, ecco che questo quintetto di non morti si prepara a chiudere momentaneamente il mausoleo per poter ferocemente dilagare lungo una terra ormai devastata da apocalissi d’ogni sorta. Non c’è cosa migliore, dopo tutto, dell’essere considerati una sorta di “fogna” da civiltà extraterrestri che, non riuscendo a smaltire i loro rifiuti, decidono deliberatamente di tramutare il nostro habitat in una sorta di interstellare cloaca maxima. La Terra, spettatore impotente dinnanzi alla sua trasformazione in discarica stellare. Morsi e cervelli masticati, orribili mutazioni, la totale regressione del genere umano a piaga purulenta da diffondere in ogni anfratto: è questo il concept, meravigliosamente descritto anche da un artwork stupendo ad opera di Sheila Franco, nel quale una sorta di Papa cadavere rende omaggio e consacra la definitiva ascesa della nuova Era tinta di verde cancrena. Zombology, insomma, si presenta sin dal colpo d’occhio come un ritorno in grande stile, ben curato in ogni dettaglio. Da una confezione di grande impatto ad un sound per nulla plasticoso o fasullo, anzi ben dosato pur lasciando che l’istinto grandguignolesco dei Cadaveric Crematorium venga fuori senza ritegno alcuno. Impressione più che confermata dall’ottimo lavoro svolto in fase di produzione e recording nei Npas4 Studio dallo stesso Alessio “Ciulaz” Fassoli, già chitarrista del combo bresciano. Line up completata da Paolo Venturi (voce), Giovanni Biloni (chitarra), Marco Pennacchio (basso) e Francesco Parlatore (batteria), dalla cui sinergia scaturisce un disco che in teoria rispetta abbastanza fedelmente i cliché tipici del Death / Grind. Sfuriate senza quartiere, velocità, violenza sonora: tutto ricondurrebbe alla scuola Exhumed, tanto per fare un paragone illustre. Dicevamo in teoria, visto che in pratica il quintetto dona una verve significativamente vivace all’intero Zombology, rinunciando a stilemi troppo cristallizzati per dar sfogo al proprio estro e alla propria tecnica. Parti aggressive alternate a situazioni leggermente più melodiche, strutture mai uguali o fini a loro stesse. Il tutto, per molti, potrebbe quasi risultare confusionario; eppure questa attitudine (ben supportata da un’anima technical da non sottovalutare) funziona a dovere, rendendo questo ritorno un qualcosa in più di un semplice e prevedibile “compito per casa”. Chiariamo, non siamo dinnanzi all’innovazione definitiva ma neanche al cospetto di una band fotocopia, stanca o scontata. Tutt’altro, i Cadaveric Crematorium vogliono mostrarsi come un perfetto compromesso fra tradizione e presente, non disdegnando di incorporare nel proprio sound anche un tocco più moderno ed attuale, tenendo conto delle evoluzioni del genere negli ultimi anni. Trovata che rende l’ascolto di questo disco decisamente adatto ad una frangia ben più ampia dei cosiddetti die hard fan, andando ad aprirsi verso interessi ed orecchie di più vasta copertura. Non manca inoltre una sorta di verve comica ed auto ironica, presente soprattutto in tracce come Zombie col Cu De Fo, vero e proprio unicum. A parte la soave visione di uno zombie che “lo piglia lì” (censura necessaria) con annesse risate nere in stile Braindead, è il brano tutto a rappresentare un vero e proprio stacco netto con il continuum spazio mortuale, andando a riversare lungo due minuti e mezzo sonorità che potremmo aspettarci in un disco degli Heilung. Solo senza sacralità. Menzione d’onore per la conclusiva Outrombology (Insult Time), tre minuti di insulti nei quali dei fan particolarmente affettuosi dimostrano tutto il loro amore per i Nostri, in un’estasi di giambiche invettive.
In conclusione, il ritorno dei Cadaveric Crematorium può dirsi senza dubbio soddisfacente; tredici tracce in cui la band mostra nient’altro che una voglia spassionata di rimettersi in gioco dopo tanti anni, volendo divertirsi e soprattutto far divertire. Questo perché Zombology è più che un disco onesto o semplicemente sufficiente: parliamo di un lavoro che ha qualcosa da dire e trasmettere, che non si accontenta di rimarcare i soliti cliché ma anzi si fa largo con discreta personalità, riconsegnando alla nostra scena una band decisamente in salute e pronta per ricominciare un nuovo corso. Non fateci aspettare altri undici anni e fate dei cimiteri le vostre cattedrali, ragazzi!
VOTO: 7,5/10
TRACKLIST:
- Plan Ten From The Outer Space
- Alien Computing Putris
- Nebula Noxia
- Cataclysm Celestia
- Zombology God Save The Dead
- Freak Tok
- Zombi Col Cul De Fo
- Vegan Cannibal World
- Infecta Et Benedicta
- Alzati E Cammina
- Hominum Stupidity
- Testimony Foundation
- Outrombology (Insult Time)