Cosa c’è di meglio di una classica giornata primaverile per una dose di death metal senza fronzoli? Assolutamente niente ed è per questo motivo che l’unica data italiana dei leggendari Suffocation diventa un must per ogni amante del metallo estremo. Terrance Hobbs e soci dal vivo sono una garanzia e non cedono a compromessi od orpelli di alcun tipo, solamente sudore e dedizione. Ad accompagnare i deathster americani nella loro calata in Veneto al CS Rivolta di Marghera ci sono tre band italiane, Fulci, Hobos e Fate Unburied.
FATE UNBURIED
Spetta ai veneti Fate Unburied aprire le danze davanti a un discreto numero di presenti. Considerando l’orario (sono le 20.00 quando la band sale sul palco) il pubblico è relativamente numeroso e si dimostra interessato all’esibizione della band vicentina e al suo death metal dalle forti tinte moderne. Agli assalti frontali i Fate Unburied preferiscono soluzioni più ragionate e meno dirette che catturano i presenti. Il meglio però lo tirano fuori quando decidono di picchiare duro, tanto che si scatena il primo accenno di pogo quando la band decide di lasciare il posto agli assalti frontali. Grazie anche a dei suoni buoni i Nostri riescono a portare a casa il risultato e convincono, nonostante a posteriori le sonorità della band veneta risultino forse leggermente fuori tema.
HOBOS
Dopo un rapido cambio palco tocca agli Hobos, band rivelazione per chi scrive. Dopo averli sentiti nominare per anni, finalmente ho avuto la possibilità di assistere al concerto del gruppo veneto e non sono rimasto deluso. Il pubblico è numeroso quando gli Hobos salgono sul palco e fin dalle prime note si scatena il caos sotto al palco con headbanging e pogo continuo. I Nostri coinvolgono il pubblico senza particolare difficoltà, grazie a una performance energica e a una presenza scenica di alto livello riescono a indirizzare il concerto nella direzione giusta fin dalle prime battute. Senza troppi fronzoli gli Hobos vomitano sul pubblico un death metal diretto con (tre) chitarre a motosega che rimanda agli Entombed di “Left Hand Path“. Il pubblico apprezza e applaude il gruppo veneto in maniera calorosa tra un pezzo e l’altro. Il concerto dei Nostri volge al termine troppo presto, ma sicuramente è riuscito a scaldare a dovere il pubblico.
FULCI
Ennesimo cambio palco ed ecco apparire sul palco uno schermo contornato da delle candele e da del fumo, che fa subito respirare un’atmosfera da pellicola horror anni ’80. Il fumo si fa più denso, lo schermo inizia a proiettare vari video in pieno stile film dell’orrore vecchia scuola, ed ecco che i Fulci salgono sul palco vomitando colate di brutal death metal di scuola americana sul pubblico, che non sembra per niente contrario alla cosa. Il concerto della band campana procede dritto con suoni sempre di buon livello. I Nostri, anche a causa del minutaggio ridotto, proseguono dritti con qualche breve introduzione ai brani, ma senza sprecare troppo tempo. L’atmosfera nel locale è incandescente e il pogo è continuo, i presenti gradiscono l’esibizione della band italiana e si fanno coinvolgere senza troppa fatica. I Fulci proseguono dritti per la loro strada e, coadiavuati dal supporto visivo, riescono a trasmettere la loro visione musicale e a rendere i pezzi ancora più coinvolgenti. Il concerto dei Nostri finisce tra gli applausi di un pubblico sempre più caldo e pronto agli headliner.
SUFFOCATION
Non c’è bisogno di particolari presentazioni per una leggenda del death metal come gli americani Suffocation, band attiva già dal 1988. Senza particolari scenografie o introduzioni, Terrance Hobbs e soci salgono sul palco e iniziano il massacro sonoro. I suoni sono sempre di alto livello e fin dalle prime note di “Thrones Of Blood” si scatena un pogo che durerà in maniera incessante per tutti i sessanta minuti di concerto. La band è carica, Hobbs sorride al pubblico tra un headbanging e l’altro, mentre Ricky Myers dietro al microfono sfodera una prestazione aggressiva e convincente. Il concerto alterna pezzi più vecchi come “Catatonia” a brani più recenti come “Clarity Through Deprivation“, che con il suo breakdown distrugge i colli di almeno la metà dei presenti. L’esibizione dei Nostri pesca a piene mani dai primi lavori (su undici brani, quattro sono tratti da “Effigy Of The Forgotten“) e i presenti sembrano gradire la cosa. La band si dimostra una forza della natura dal vivo e Myers non sfigura nell’interpretare le parti di Frank Mullen, ora resta la curiosità di vedere come suoni la il gruppo americano in studio con il nuovo frontman. Con due pezzi da novanta come “Liege of Inveracity” e “Infecting The Crypts” i Suffocation si congedano dai presenti tra gli applausi, dopo l’esibizione non si sentono commenti negativi sul concerto del gruppo di Long Island, la soddisfazione del pubblico si percepisce e, almeno per chi scrive, la voglia di rivederli presto è molta.
Setlist:
01. Thrones Of Blood
02. Jesus Wept
03. Catatonia
04. Clarity Through Deprivation
05. Effigy Of The Forgotten
06. Breeding The Spawn
07. Funeral Inception
08. Pierced From Within
09. Bind Torture Kill
10. Liege Of Inveracity
11. Infecting The Crypts